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Contributi versati: l’INPS deve rimborsarli

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Contributi versati: l’INPS deve rimborsarli

INPS

La Corte d’Appello di Milano ha ribadito un principio importante per i contributi: se questi ultimi risultano versati dal contribuente (anche se sono già caduti in prescrizione), devono essere necessariamente rimborsati dall’INPS.

Chiariamo un concetto precedente: il versamento dei contributi previdenziali è un obbligo del datore di lavoro. Essi si prescrivono dopo 5 anni dalla data in cui dovevano essere versati. L’INPS, dunque, non può nè richiedere, nè accettare contributi per i quali siano già scaduti i termini di prescrizione. Non possono, cioè, essere addebitati al soggetto obbligato.

In casi del genere, il contribuente può richiedere la restituzione all’Ente che è, dunque, obbligato alla restituzione. In questo caso, il regime della prescrizione viene sottratto alla disponibilità delle parti.

I giudici di Milano, ribadendo la sentenza della Cassazione a Sezioni Unite n. 23367/2016, confermano che la prescrizione ha efficacia estintiva. Per quanto riguarda l’obbligo di prescrizione, ci sono cinque anni per richiedere il rimborso degli stessi. In questo modo, l’autore del pagamento può procedere con l’azione coattiva.

Inoltre, con la riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare, le contribuzioni di assistenza sociale si prescrivono e non possono essere oggetto dell’ammontare dell’intera somma.

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