Strada Privata: quali sono i diritti di chi la usa?
…e i doveri?
Al di fuori dei centri abitati e utilizzate per consentire l’accesso ai proprietari o vie di pubblico passaggio?
Qual è il confine tra strada privata e pubblica? Quali sono i limiti?
Innanzitutto sarebbe più corretto parlare di strade vicinali, che di fatto sono le più diffuse: cioè vie che attraversano terreni di proprietà di diversi soggetti (che la utilizzano). La strada privata è quella che insiste sul fondo di un solo proprietario e che serve unicamente all’utilizzo di questo. Precisata la distinzione è facile capire perché sia più comune la strada vicinale rispetto alla strada privata. Ma la strada vicinale può essere privata o pubblica: in tutti i casi siamo in presenza di una strada privata, al di fuori dei centri abitati e idonea a consentire l’accesso ai proprietari. Ma c’è differenza tra le strade vicinali esclusivamente private (dette vie agrarie) costituite per l’uso comune ed esclusivo di determinati conferenti e servono solo a costoro, e le strade vicinali gravate da servitù di pubblico passo, aperte al passaggio della collettività intera per soddisfare esigenze di pubblico interesse. Attenzione però l’interesse deve essere concreto: ad esempio il collegamento con luoghi di interesse generale come una scuola, una chiesa, etc. Anche in questo caso, in quanto strada privata, non appartiene né allo Stato, né alla Regione, né alla Provincia, né al Comune. Ma quali sono gli obblighi? Per quanto attiene alle strade vicinali c.d. “private”, trattandosi di strada privata su cui ci sono proprietà diverse, possono passarvi (e devono mantenerla, controllarla e vigilarla) tutti gli utilizzatori. Non solo: proprio in quanto strada privata e non soggetta al pubblico transito, essi di comune accordo potranno decidere di chiuderla, impedendo così il transito dei non autorizzati.
-Se si tratta di vie che servono a raggiungere diverse proprietà, ma c’è anche uno scopo “pubblico”, e sono quindi gravate da servitù di pubblico passo, cioè è concesso il transito appunto al pubblico (tale diritto può essere riconosciuto dal comune). Per la dichiarazione di “pubblica utilità” da parte del Comune, è necessario accertare la “preesistenza dell’uso pubblico della strada”.
Nel caso in cui il transito pubblico sia necessario (ad esempio perché cambia la viabilità della zona) l’autorità comunale potrà ricorrere all’esproprio del terreno (espropriazione per pubblica utilità), trasformandola da strada pubblica in “comunale”. Al contrario: qualora il Comune iscriva annotazione con cui dichiara il pubblico passaggio sulla via, i proprietari potrebbero contestare l’esistenza di tale pubblico passo, rivolgendosi al Tribunale e dimostrando l’illegittimità del provvedimento.